sabato 25 maggio 2013

Oznamor - diario di un genio


Un piccolo estratto tratto dal Blog Oznamor - diario di un genio.

Un esperimento tra amici che si credono scrittori... la costruzione in diretta di un romanzo scritto a 8 mani e 4 teste... qualcosa di simile a una mitologica chimera, una piovra scrittrice composta da rinomati pubblicitari (Marco, Maurizio e Michele) e un valente chimico... cliccate sui nomi per aprire i link e scoprire chi sono questi pazzoidi...

Chissà che ne esca fuori il romanzo del terzo millennio??

Intanto buona lettura...

Un ticchettio continuo scandiva senza sosta il frenetico incedere di cifre impazzite.
Dodici per la precisione. Divise in coppie.
Parevano ruotare senza sosta grazie a un sistema pneumatico simile a quello dei tabelloni ferroviari. Sei visori incastonati su di un materiale che un occhio attento e una mano allenata avrebbero faticato a catalogare. Lucido di una lucentezza non metallica però. Resistente e flessibile allo stesso tempo. Al tatto trasmetteva una lieve vibrazione, un sottile pizzicore.
Sopra ogni visore caratteri indecifrabili celavano il significato originale di ogni coppia numerica.
La prima volta che si era imbattuto in quello che nel gergo di tutti era stato soprannominato l’Apparato, non vi era alcun numero. Soltanto un simbolo. Anzi dodici simboli.

¥

Infinito.
Rapito il Dottor Tanaka non smetteva di osservare quella danza che solo a occhi profani sarebbe parsa casuale. Col tempo aveva accettato l’idea che quell’apparecchio fosse lì, preferendo considerare le dicerie sul suo conto come leggende per creduloni. Lo aveva studiato a lungo, senza però capire molto del suo funzionamento. Molto più pragmaticamente si era dedicato alle sue applicazioni pratiche . Anzi diciamo pure al suo sfruttamento. Ma alla fine non era stato lui a decidere del suo utilizzo.
Erano stati I Superiori a decidere.
Come sempre.
Da sempre.
Per tutti.

Manciate di secondi si erano susseguite rapide da quando aveva finito di compitare con mano tremante l’ultimo rigo di un complesso algoritmo. E adesso era lì. Impotente. In trepida attesa di un risultato che, ma forse era solo per impazienza, tardava ad arrivare.
Nell’attesa accese una sgualcita sigaretta che celava tra le pieghe del lindo camice bianco. L’accese e aspirandola con avida incuranza.

’fanculo le Norme!”, pensò fissando con aria di sfida il cartello che faceva bella mostra di sé al centro della nuda parete che aveva di fronte:

VIETATO FUMARE
Così diceva.
Sorrise. Fece spallucce e accennò un saluto verso la telecamera che, seppur occultata, sapeva essere posta nell’angolo sinistro della stanza. Un altro richiamo. Scommise tra sé e sé.
Fissò l’apparecchio. Il susseguirsi di cifre continuava incurante delle sue mancanze e delle sue speranze. Dopo secoli d’immobile attesa le cifre non parevano ancora stanche.
Aspirò nervosamente e poi soffiò via quel carico di ciodue e idrocarburi aromatici forieri di malevole mutazioni. Proprio in quel momento uno dei visori a due cifre smise di roteare impazzito decidendo che era l’ora di mostrarsi in tutta la sua importanza. Due numeri erano stati prodotti dal sistema pneumatico:

1 e 2
Dodici. Un caso?
Gli altri continuavano a roteare con una frequenza che lì per lì parve crescere. Forse fu acora solo e soltanto suggestione. Tornò a osservare i simboli sconosciuti posti sopra il visore. Nessuno era venuto a capo di quei misteriosi segni. Non appartenenvano a nessuna scrittura conosciuta. Non sul pianeta Terra ovviamente. Il Dottor Tanaka, come tanti, aveva infine perso interesse, catalogando quest'informazione come non essenziale. Importante era ciò che ogni singolo visore significava per lui.
Il primo visore a sinistra ad esempio era quello del giorno.
Non rimaneva che aspettare i restanti.
Attese il mese.
Poi l’anno.
Quindi l’ora e il minuto.
Infine il secondo.
Il frenetico vorticare era dunque terminato.
Il Dottor Tanaka stentava a credere ai proprio occhi. Neppure si accorse di aver trattenuto oltre misura il respiro. Un silenzio di ghiaccio calò nella stanza mentre l'Apparato urlava tutta la sua ottusa fissità.

12/12/12 12:12:12

Il Dottor Tanaka lasciò cadere la sigaretta stupefatto. Una sequenza numerica così esatta, così assurda. Eppure così giusta. Non poteva esserci errore alcuno.
Quella era la data.

Rapito, neppure si accorse di un impossibile movimento provenire dalle sue spalle.
 
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